Picchiata dal compagno, vuole suicidarsi: la salva una carabiniera: «La tua vita è un bene troppo prezioso»

Una donna sta per lanciarsi dal balcone dopo una terribile aggressione del compagno. Vuole farla finita, ma una giovane carabiniera riesce a dissuaderla.

«La vita è un bene troppo prezioso, non sprecarla per un uomo che ti sta umiliando». Parole che toccano il cuore ferito e umiliato della donna.

Sonia Cannistraci – photo web source

Due donne: una che vuole vuole lanciarsi nel vuoto, l’altra che con pazienza, dolcezza e calma riesce a mettersi in sintonia con la sua sofferenza. Finché non la tranquillizza e la dissuade.

È successo la sera di martedì 23 agosto a San Giorgio a Cremano (Napoli): «Laura» (nome di fantasia), una donna di 49 anni, minaccia di suicidarsi dopo essere stata aggredita dal compagno quarantaseienne, l’uomo che ha cercato di soffocarla con un cuscino nel letto dell’appartamento. Così fugge, uscendo sul balcone di casa. Convinta che ci sia una sola possibilità di uscire da quell’incubo. Urla, invoca aiuto. Si sporge dal bancone, con una gamba che penzola fuori dalla ringhiera.

«La vita è un bene troppo prezioso. Non sprecarla per un uomo che ti umilia»

photo web srouce

Vuole gettarsi nel vuoto. Quando la voce di un’altra donna le dice di fermarsi, di non farlo. «La vita è un bene troppo prezioso. Non sprecarla per un uomo che ti umilia». La voce e le parole sono quelle di una giovane carabiniera siciliana, la trentenne Sonia Cannistraci, da quattro anni nell’Arma.

La giovane carabiniera, con tatto tipicamente femminile, tocca le corde giuste, riuscendo gradualmente a stabilire un contatto con la donna esasperata dalla violenza del compagno che nel frattempo viene inseguito e bloccato dai militari.

I primi minuti sembrano non passare mai. La donna sembra non volerle dare ascolto. Ma Sonia Cannistraci non perde la calma. E gradualmente riesce a rasserenare la 49enne, convincendola di potersi fidare. «Quando ho capito che tra di noi ormai c’era dell’empatia – ha aggiunto la militare – le ho detto che non poteva sacrificare tutto per un uomo violento».

Così Sonia trova la chiave per aprire il cuore ferito della donna e farle cambiare idea. «È stato allora – ha detto con emozione – che ho capito che aveva deciso di ascoltarmi e di desistere dal compiere quel gesto estremo».

Mettersi in sintonia con la sofferenza

Sonia è riuscita a fare la cosa più difficile, e cioè «mettersi in sintonia con lei e con la sua sofferenza», spiega la carabiniera. «Laura» così torna a casa e trova la forza di raccontare la propria storia agli investigatori. Una storia fatta di ripetute violenze da parte del compagno, che non aveva avuto il coraggio di denunciare.

La carabiniera ha fatto solo il suo lavoro, si dirà. Indubbiamente. Ma come ha detto qualcuno, un conto è fare solo il proprio lavoro. Un altro è fare il proprio lavoro con amore. Sapendo che la missione di un carabiniere è quella di proteggere e salvaguardare il bene inestimabile della vita, sempre minacciato dalla violenza.

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