Fondi esegui per il SSN: sempre più verso un modello americano. Chi potrà curarsi?

Cambiano i governi ma non cambia la tendenza a smantellare la sanità pubblica. Alla quale vengono destinate sempre meno risorse.

È la logica conseguenza di un mondo che si allontana sempre più dal cristianesimo e, perciò, non riconosce più alcuna dignità alla persona del malato.

Fondi esegui per il SSN: sempre più verso un modello americano. Chi potrà curarsi?

Cari italiani cercate di non ammalarvi perché presto non ci saranno più medici per curarvi. Se potete permettervi un’assicurazione sanitaria iniziate ad informarvi su come acquistarla. E se non potete permettervela cercate di mettere comunque da parte dei risparmi per quando dovrete fare delle analisi, una visita specialistica o una lastra, perché prima o poi sarete costretti a pagarle di tasca vostra”.

Un futuro all’americana?

Inizia così la lettera aperta indirizzata dal sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed ai cittadini italiani. Una lettera che sa di provocazione, riconosce il sindacato. Ma provocazione fino a un certo punto, dato che tratteggia uno scenario futuro non molto distante da quello che la Nadef da poco approvata in Consiglio dei Ministri lascia intravedere.

Un futuro all’americana, dove la spesa sanitaria va verso un netto ridimensionamento, con una quota di Pil perfino inferiore a quella pre-pandemia. L’Italia così andrà a collocarsi tra i Paesi europei che spendono di meno per la sanità.

Così facendo, spiegano i medici del sindacato, sarà “pressoché impossibile far funzionare le case e gli ospedali di comunità previsti dal PNRR e superare quel tetto di spesa al personale che impedisce di assumere medici, infermieri e altri professionisti sanitari”.

La richiesta è quella di destinare più fondi alla sanità nella prossima legge di Bilancio in maniera da scongiurare “lo smantellamento degli ospedali e della medicina del territorio”. Come se non fosse bastata la durissima prova del Covid a ricordarci quanto la sanità – in particolare la rete dei medici di base – andasse piuttosto rafforzata. Se le cose dovessero proseguire così, avvertono i medici, il consiglio è quello di prepararsi a “Pronto soccorso sempre più affollati, liste d’attesa sempre più lunghe, ambulanze sempre meno rapide, personale sempre più ridotto all’osso”.

Fondi esegui per il SSN: sempre più verso un modello americano. Chi potrà curarsi?

 

Offerta sanitaria sempre più scadente

Pensiamo solo allo sconcertante ricorso ai “medici a gettone” reclutati su Telegram da cooperative esterne (le stesse che vigilano sulla qualità dei medici assunti mandati in corsia).

Una situazione frutto di tanti errori, a cominciare dal blocco del turnover nella sanità, la programmazione sbagliata (incapace di sostituire anche i medici che andavano in pensione), il generale scadimento delle condizioni lavorative dei medici (che ha prodotto un vertiginoso aumento delle dimissioni volontarie).

Il risultato di queste politiche sbagliate è una preoccupante carenza di medici e, con questa, una drastica riduzione dell’offerta sanitaria.

Il declino dell’ospedale

Una decadenza, quella dell’ospedale, che non stupisce. Gli ospedali sono un’invenzione cristiana. Ma in un mondo che irride la debolezza e esalta la forza, che corre all’indietro verso il paganesimo, come può sopravvivere l’idea stessa di ospedale? Gli empi, ricorda il libro della Sapienza (2, 11), dicono infatti che «la nostra forza sia regola della giustizia, perché la debolezza risulta inutile».

L’ospedale, inteso come un luogo di ricovero e cura aperto a tutti i malati di tutte le classi sociali, prime fra tutti quelle più povere, è un’antilogica in una società che non riconosce la dignità inestimabile di ogni persona umana. In una società post-cristiana si cureranno solo i “meritevoli”, cioè quelli che hanno i soldi per farsi assistere o quelli che lo stato giudicherà degni di ricevere cure.

E così “nel silenzio e nell’indifferenza generale, la sanità pubblica viene quotidianamente smantellata”. I medici si appellano a tutti gli italiani chiedendo loro solidarietà e collaborazione per difendere la “ricchezza inestimabile” rappresentata dal Servizio sanitario nazionale. Perché “quando si parla di salute si parla di tutti”.

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