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Disponibilità al perdono, unica via per la pace

Fin dallo scoppio dello ostilità tra Russia e Ucraina, il 24 febbraio scorso, la Santa Sede non cessa di operare per la pace.

Interpellato dal settimanale paolino Famiglia Cristiana, l’arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, fa il punto della situazione sui numerosi appelli al cessate al fuoco da parte di papa Francesco e sulla possibile mediazione vaticana.

L’arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi – La Pagina cristiana

La Chiesa continua a chiedere il cessate il fuoco immediato. Domenica scorsa, durante la preghiera dell’Angelus, papa Francesco è tornato a ribadire che «la pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra». Ma a che punto siamo con la pace? E la mediazione vaticana offerta dal successore di Pietro ha possibilità di riuscire?

Famiglia Cristiana lo ha chiesto a monsignor Paolo Pezzi, 62 anni, arcivescovo cattolico di Mosca. La mediazione della Santa Sede, rilanciata anche dal presidente francese Emmanuel Macron. E il portavoce di Vladimir Putin non l’ha certo respinta, al contrario.

«Questa possibilità ci trova molto contenti», sottolinea monsignor Pezzi. «Sappiamo che il Papa è un’autorità riconosciuta a livello mondiale, e in particolare come annunciatore di pace, quella pace che viene dal profondo del mistero di Dio». 

Putin disponibile alla mediazione?

Sta bene, ma ci si chiede se ci sia stato anche qualche passo concreto, chiede la rivista paolina. «Il primo passo avanti è stata la disponibilità del presidente Putin a questa mediazione e incontro», risponde l’arcivescovo di Mosca.

Sempre interpellato da Famiglia Cristiana, il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, numero uno della diplomazia vaticana, aveva ribadito la posizione della Chiesa: subito la tregua, cessino le ostilità.

«La tregua è il primo passo, poi occorrerà andare avanti», insiste Pezzi. «Personalmente penso che occorrerà un sincero desiderio di verità e di purificazione della memoria per proseguire un cammino dalla tregua alla pace giusta e duratura. E in questo sarà essenziale la disponibilità al perdono».

Lo stato del dialogo tra cattolici e ortodossi

Papa Francesco bacia la croce del “ministro degli esteri” del Patriarcato di Mosca – La Pagina cristiana

Sempre nell’intervista con Famiglia Cristiana il cardinale Parolin aveva ribadito che il dialogo tra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca non ha mai conosciuto battute d’arresto, malgrado la diversità di vedute sulla guerra. Non sono pochi quelli che vorrebbero un incontro tra papa Francesco e il patriarca Krill. Una ipotesi sul campo, ma non agevole da organizzare, spiega monsignor Pezzi. «Il dialogo è parte del cammino di pace verso l’unità in Cristo. In questo momento forse un incontro è fortemente auspicabile, ma non facile da organizzare».

A Roma, durante l’incontro interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, era presente anche Antonij, metropolita di Volokolamsk, il “ministro degli esteri” del Patriarcato di Mosca. Una presenza bissata in Kazakhstan, dove si è incontrato anche con Francesco (che ha baciato la sua croce).

Segno di un dialogo mai interrotto tra cattolici e ortodossi? «Direi che finché ci incontriamo, ci parliamo, ci guardiamo negli occhi non si chiuderanno le porte. Questo è quello che cerchiamo di fare con tutte le nostre forze», conclude l’arcivescovo Pezzi.

Emiliano Fumaneri

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