Conflitto russo-ucraino, Papa Francesco bacchetta Zelensky

La guerra che si sta combattendo ormai da mesi in territorio ucraino è ormai uscita da ogni schema che abbia a che fare con la razionalità, generando però una distorsione di fondo che ha portato a una vera e propria militarizzazione delle coscienze. 

Una condizione inaccettabile per i cristiani, come testimoniato dallo stesso Papa Francesco nei suoi numerosi appelli alla pace, in cui ha bacchettato anche lo stesso presidente ucraino invitandolo a sedersi al tavolo delle trattative.

papa francesco bacchetta zelensky
Il Papa e Zelensky – lapaginacristiana.it

Dall’inizio del conflitto sono state uccise quasi seimila persona, mentre oltre ottomila sono quelle ferite, secondo quanto certificato nelle scorse settimane dall’Onu. Ma si tratta di numeri provenienti dai territori ucraini, il che fa pensare che le perdite reali potrebbero essere in realtà ben maggiori. Numeri che certamente non hanno nulla a che vedere, ancora e per fortuna, con conflitto ben più sanguinari oggi in corso in Paesi come ad esempio lo Yemen, dove da tempo si parla di una quantità di vittime che supera le trecentocinquantamila dall’inizio del conflitto.

La logica bellicista che domina dall’inizio del conflitto

Dall’inizio della guerra, però, oltre alla conta dei morti e al fuoco sul campo si è sviluppata anche, in parallelo, una vera e propria guerra psicologica che, martellando in particolare attraverso i mezzi di informazione, punta a raccontare la Russia come il male assoluto, dimenticandosi tuttavia i crimini che continuamente vengono perpetrati in tutto il pianeta, anche da coloro che oggi si trovano a puntare il dito contro l’invasione russa.

Esponenti del governo ucraino da mesi ormai cercando di descrivere l’azione russa alla stregua di quella nazista durante la Seconda guerra mondiale, con richiami continui ai presunti crimini commessi dai militari russi in territorio ucraino, anche se è difficile provare la veridicità di molti di queste affermazioni, nel momento in cui si tratta di una comunicazione unilaterale accolta come la realtà complessiva dall’intera informazione occidentale, che giorno dopo giorno si trova a rinunciare sempre più a una presenza in prima persona nelle zone del conflitto, accontentandosi delle notizie diffuse dal governo ucraino.

Il caso della “scatola piena di corone dentali d’oro”, ritrovata nella zona di Pisky-Radkivski e fatta passare dal ministero della Difesa ucraino come simbolo di una “mini Auschwitz”, richiamando i denti d’oro strappati agli ebrei nei campi di concentramento, è uno dei più eclatanti. Poche ore dopo che la notizia aveva già fatto il giro del mondo, infatti, il dentista della località che ha spiegato che si trattava dei denti dei suoi pazienti, ben lontani dall’essere d’oro. Ma intanto la narrazione, seppure falsa, era passata.

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Il dramma della guerra in Ucraina – lapaginacristiana.it

Nel mentre, ormai da mesi il presidente ucraino Zelensky compare in continuazione negli schermi di tutto il mondo, in numerosi vertici internazionali o in altrettanti parlamenti nazionali per raccontare la sua versione, invitando tutti noi a mettere in ginocchio e a umiliare il nemico russo grazie all’invio di armi che lui stesso auspica essere sempre più massiccio. Quella narrata dagli ucraini sembra così essere diventata qualcosa di molto simile a una “guerra santa”, che non accetta alcun tipo di critica o anche solamente di dibattito.

Davanti a questa “militarizzazione delle coscienze”, come l’ha definita il presidente della Comunità S. Egidio Marco Impagliazzo su Avvenire, in Italia  400 organizzazioni e associazioni laiche e cattoliche hanno deciso di mettersi in prima fila per fare sentire la propria voce, con la manifestazione nazionale organizzata a Roma il 5 novembre. Ci troviamo infatti nel bel mezzo di un clima di odio e di un linguaggio bellicista che non può lasciare indifferente il mondo cattolico.

Lo ha testimoniato in maniera estremamente esplicita lo stesso Papa Francesco, rifiutandosi di “benedire” una delle parti in conflitto all’interno dei suoi continui appelli alla pace e al cessate il fuoco, oltre che al rifiuto totale di ogni tipo di armi. Bergoglio, oltre ad avere richiamato i vertici russi ha allo stesso modo invitato Zelensky a prendere in considerazione seriamente le proposte di negoziato che gli vendono sottoposte. Mettendo sul piatto, peraltro, l’ipotesi che al termine del conflitto sarà necessario prendere in considerazione l’idea che la Russia venga inclusa in un contesto europeo. Altro che allontanamento e bellicismo!

Tuttavia, purtroppo lo spartito suonato da Bergoglio non sembra affatto quello degli strateghi militari occidentali che consigliato il governo ucraino invitandolo a proseguire il conflitto a oltranza, dimenticandosi tuttavia che a pagare il conto più salato sono sempre i civili, o meglio la povera gente.

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