Follia allo stadio: dopo l’omicidio non vengono risparmiate nemmeno le donne e i bambini

Qualche giorno fa è scoppiata la polemica allo stadio di San Siro, quando i tifosi della Curva Nord hanno minacciato il resto dei tifosi, intimandoli di lasciare lo stadio.

Circa una settimana fa, allo stadio di San Siro, a Milano, si è svolta la partita di calcio Inter-Sampdoria. Sembrava una giornata allo stadio come tante, ma tutto è cambiato durante il secondo tempo del match.

Morto capo ultra, cacciati i tifosi
Lutto tra gli ultra – lapaginacristiana.it

In quegli istanti i tifosi appartenenti agli ultrà della Curva Nord di San Siro hanno ricevuto la notizia della tragica morte del loro storico ‘capo’ Vittorio Boiocchi. Stando alle informazioni reperite, l’uomo è stato ucciso durante un agguato nella stessa città di Milano.

La notizia è stata rilasciata direttamente sulla pagina Facebook della Curva Nord, dove hanno scritto: “La Curva Nord piange la scomparsa di Vittorio, per tutti ‘LO ZIO’. In questi interminabili attimi di buio e dolore è solo tempo di silenzio. Le nostre condoglianze alla famiglia”.

I gruppi tifosi dell’Inter hanno dunque deciso di abbandonare gli spalti in segno di lutto per il compagno venuto a mancare. La storia poteva concludersi con un lieto fine, come una vicenda di solidarietà e rispetto, se non fosse per il comportamento adottato dal gruppo ultrà.

Mandati via con violenza e minacce: “Inaccettabile”

I tifosi hanno costretto anche altri spettatori a lasciare lo stadio, tra questi molte famiglie con bambini, addirittura minacciati con violenza. Sui social il molti hanno denunciato l’increscioso accaduto.

ultrà violenti cacciano famiglie
Famiglie e bambini minacciati – lapaginacristiana.it

“La curva nord ha obbligato tutti i tifosi li presenti, donne e bambini compresi, a lasciare la curva con urla e spintoni, ho pagato il biglietto per vedere il primo tempo nel secondo verde e metà del secondo nel terzo verde, un comportamento indecente da parte dei capi ultrà”, ha scritto un testimone. E ancora: “Ci stanno costringendo con le minacce a uscire, un padre picchiato con la bambina, gente che ha fatto 600 km costretta a tornare a casa”. La situazione è stata aggravata dal comportamento delle forze dell’ordine presenti, che non sono intervenute per fermare i violenti rivoltosi.

Alcune persone hanno anche cercato di allertare del fatto il ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha poi risposto su Twitter: “Mi sono informato, quello che è successo è inaccettabile, non è tollerabile. Sono certo che saranno presi immediati provvedimenti. Non solo parole!”. Purtroppo questa è l’ennesima brutta pagina del calcio italiano; non è la prima volta che gli stadi si fanno teatro di scene di violenza ingiustificate ed insensate. A farne le spese sono sempre le famiglie ed i sani valori di cui, una volta, lo sport si faceva rappresentante.

Proprio il calcio, sport di squadra per eccellenza, si macchia di violenza soprattutto verso i più piccoli, grandi amanti dello sport perché di facile praticabilità. Quello che dovrebbe essere un luogo di aggregazione sembra essere diventato poco sicuro ormai, per le famiglie con bambini e ragazzi adolescenti.

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