Contraddizioni a stelle e strisce: l’incoerenza dei cattolici americani

L’America è terra di grandi contraddizioni. E anche i cattolici americani sembrano risentire delle polarizzazioni che stanno scavando un fossato tra “due Americhe”.

In queste elezioni di Midterm sono venute fuori alla grande. Meglio guardare all’insegnamento sociale della Chiesa.

Contraddizioni a stelle e strisce: l'incoerenza dei cattolici americani

Le elezioni di metà mandato da sempre sono indicative di quel che bolle nella pancia dell’America. Da tempo gli Stati Uniti sono un Paese sempre più diviso su tutto. Incerto anche se essere una nazione come tutte le altre o un impero. Ma sono tante le fratture interne su economia, immigrazione, aborto, criminalità, circolazione delle armi, lotta alla droga.

Come ha osservato Federico Petroni su Limes, sempre più gli americani si stanno dividendo in tribù litigiose, nettamente separate. Un clima ben poco incline al dialogo, che preannuncia lo scontro. Al punto che non pochi temono che possano scoppiare violenze e disordini dopo i risultati definitivi del voto di Midtern. E potrebbe servire anche un mese per averli (il tempo che si prenderà il ballottaggio in Georgia per il Senato).

L’aborto, una questione politica

Contraddizioni a stelle e strisce: l'incoerenza dei cattolici americani

Al momento sembra tutto ancora in stallo: ballano decine di seggi in entrambe le Camere, anche se gli analisti finora danno ai repubblicani la Camera. Incognita invece su quel che potrà accadere al Senato. Di certo c’è che non c’è stata la valanga rossa che si aspettavano i repubblicani . I dem sembrano aver retto.

Per alcuni, come Massimo Faggioli, professore di storia del cristianesimo a Philadelphia, i repubblicani sono stati penalizzati dalle loro posizioni antì-aborto. Secondo il docente, queste hanno suscitato una reazione trasversale agli schieramenti politici. Una fetta non trascurabile dell’ elettorato conservatore infatti è favorevole all’aborto legale. Inoltre l’attivismo antiaborto dei repubblicani ha galvanizzato i democratici permettendo loro di innalzare il vessillo dei “diritti civili” sotto attacco. Una chiamata a raccolta che ha impedito ai “rossi” del Partito repubblicano di prendere il largo.

Le due anime dei dem

Ma anche ai democratici, malgrado la tenuta al voto di Midterm, non va tanto meglio. Al loro interno si confrontano infatti due anime difficili da conciliare: quella novecentesca con un’agenda sociale, attenta ai diritti dei lavoratori, delle classi più povere, degli immigrati, e quella degli ultimi decenni che porta avanti politiche simili a quelle del Partito Radicale in Italia: aborto, diritti LGBT, gender, individualismo sfrenato. Anche in questo caso una fetta importante del tradizionale elettorato dei democratici – primo fra tutti il voto ispanico – non sembra condividere la cultura delle élite intellettuali del partito.

Una svolta, quella dei democratici, che lascia ancora più basiti se pensiamo che a lungo è stato il partito di riferimento dei cattolici (e cattolico è anche il presidente Joe Biden, di origini irlandesi, che negli ultimi tempi si è incredibilmente distinto invece per il suo acceso abortismo).

Un super pro-life alla testa del Gop?

D’altro canto è anche vero che il trionfatore di queste elezioni finora è stato Ron DeSantis, che ha stravinto il suo secondo mandato da governatore in Florida.

DeSantis, noto per le sue nette prese di posizione antiabortiste e antigender, è il volto nuovo del Gop e rappresenta il più serio sfidante alla leadership di Donald Trump all’interno del partito repubblicano. Al punto che potrebbe anche scalzarlo dalla corsa alla Casa Bianca nel 2024.

Difficile dire nel suo caso che l’antiabortismo lo abbia danneggiato. Forse allora le cose sono più complesse di come pensa Faggioli.

Quale faro nella notte della politica?

Certo non mancano anche nel partito repubblicano posizioni incongruenti con l’insegnamento morale della Chiesa (sulla pena di morte e la libera circolazione delle armi, per menzionarne un paio). C’è poco da fare: gli States rimangono il Paese dove la separazione tra cattolici della “morale” e quelli del “sociale” resta forse più drammatica.

Di recente il grande vescovo americano Robert Barron ha ricordato che al voto la stella polare del cattolico non può essere che una: la dottrina sociale della Chiesa. In particolare, ha spiegato, i credenti dovrebbero avere a cuore le questioni dove la dignità della vita umana è direttamente minacciata. È questa sollecitudine – ben prima delle preoccupazione, pure legittime, per il nostro benessere o il nostro stile di vita – che dovrebbe plasmare le scelte del cattolico in politica.

Impostazioni privacy